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Reporter - Milena Gabanelli

DISOCCUPATI DEL LUSSO
di Sabrina GianniniIn onda domenica 18 maggio alle 21.30

Quello che l'inchiesta "Schiavi del lusso" aveva mostrato lo scorso dicembre era soltanto la punta dell'iceberg. Per usare un termine in uso nel fashion system era una precollezione, un anticipo della collezione in arrivo sulle passerelle.I cinesi di Prato che assemblano borse griffate a pochi euro, in nero e spesso arruolando manodopera clandestina, non è l'unica anomalia del sistema, ma soltanto la più evidente. Come mostrerà l'inchiesta di Sabrina Giannini, le imprese cinesi che operano per conto delle grandi marche italiane, francesi e inglesi, si sono perfettamente integrate in tutti i distretti produttivi. Ovvero dove servono. Annientando sotto i colpi della concorrenza sleale gli imprenditori italiani. Nel distretto delle scarpe di lusso che si trova nella Riviera del Brenta il ricorso ai cinesi ha costretto al fallimento centinaia di tomaifici, nella totale indifferenza di chi trae beneficio dai prezzi stracciati.Rinomate nel mondo, le scarpe "Made in Italy" sono spesso cucite dai cinesi in Italia oppure dai cinesi in Cina. Purché non si sappia. Approfittano dell'ambiguità di una normativa europea che i grandi gruppi hanno tutto l'interesse affinché resti tale.A volte fanno perfino ricorso a pratiche che violano i codici doganali e del consumo. In Cina (a cui l'inchiesta dedica un capitolo) la manodopera per montare una scarpa costa dieci volte meno rispetto a quella italiana. L'inchiesta intende stimolare una riflessione sull'urgenza di una normativa chiara che tuteli il vero Made in Italy, prima che sia troppo tardi.

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